Fiona May attacca il razzismo online contro la figlia Larissa Iapichino. La dura critica alla società italiana attuale.
Fiona May, famosa ex campionessa di atletica, è intervenuta per difendere le accuse di razzismo online rivolto a sua figlia, Larissa Iapichino.
Nonostante un ottimo quarto posto alle Olimpiadi di Parigi, la giovane atleta, specialista nel salto in lungo, è stata oggetto di commenti discriminatori sui social media, dove alcuni hanno messo in discussione la sua italianità.
Ma scopriamo che cosa ha detto Fiona May.
Il duro sfogo di Fiona May contro i commenti d’odio online
Nel suo sfogo al Corriere della Sera, Fiona May ha denunciato il ritorno di un razzismo che, secondo lei, era meno evidente vent’anni fa. “L’Italia è andata indietro di vent’anni”, ha dichiarato May, lamentando che i social media hanno amplificato un sentimento di esclusione che non esisteva in passato.
“Vent’anni fa non c’era tutto questo razzismo. O forse semplicemente non c’erano i social. I social su cui qualcuno scrive che Larissa non è italiana. Ma come si può?” ha aggiunto l’ex campionessa.
May ha anche criticato il sistema sportivo italiano, sottolineando che il razzismo non è limitato ai commenti online, ma è evidente anche nei media.
“Non mi piace quando i telecronisti dicono: ‘Larissa ha un papà italiano, la mamma invece…’“, ha aggiunto, rilevando come queste affermazioni riflettano una mentalità retrograda.
Fiona May: “Perché non ci sono neri in nazionale?”
Fiona May ha anche paragonato la situazione italiana con quella di altri paesi, come la Francia e l’Inghilterra.
“Il problema è il colore della pelle. Che non dovrebbe appunto essere un problema. A maggior ragione nello sport. La nazionale di calcio francese è composta quasi esclusivamente da neri: gli allenatori vanno a cercarli per strada, li includono, li coinvolgono. Lo stesso accade in Inghilterra. Il centravanti della nazionale belga è da dieci anni Romelo Lukaku” ha dichiarato May.
Poi la domanda provocatoria: “Perché in Italia non ci sono neri in nazionale?“. La speranza è che il dialogo aperto e la consapevolezza possano contribuire a un cambiamento positivo nella società italiana.